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Canone televisione
Il governo ha deciso che da qualche anno fa, cioè 2016, cambia il modo di pagare il canone RAI. Non ci sarà più la bolletta che arriva all’inizio dell’anno, ma si pagherà in 5 rate inserite nella bolletta dell’energia elettrica, chiunque fosse il fornitore. Visto che in questo modo pagheranno molti di più, hanno anche abbassato la cifra da pagare. Pienamente condivisibile da parte mia (so che qualcuno dirà, “a chi importa quello che pensi”, ma il blog è mio è scrivo quello che voglio). Una delle poche cose che questo governo ha fatto bene. Ma il tema, cioè il canone RAI, è molto interessante su molti altri aspetti e si può fare un’analisi politico tecnica su questo tema.
Un po’ di giorni fa o saputo che il 30,5% degli abbonati non paga il dovuto. Quasi uno su tre. Ci sarà anche qualcuno che non dovrebbe pagare perché non ha un televisore, ne radio (nemmeno quello in macchina), vive senza computer ed è uno dei pochi che non ha smartphone (io sono tra questi ultimi). Ma saranno pochissimi che entrano in questa categoria perché il legislatore ha fatto in modo di caricarci a tutti questa spesa, cioè questa tassa, come è stata definita anche dal corte costituzionale. E quei si apre una vista molto interessante, che nessuno dei nostri governatori ha mai affrontato.
Prima di tutto, io, che appartengo a quelli che pagano, mi sento scemo: devo pagare anche per loro. Conosco le persone che pagavano e dopo hanno smesso. Semplicemente, parlando in giro si scopre che non pagando in pratica non si corre nessun rischio. Per fare la verifica a casa tua, devono avere il permesso di tribunale e i nostri tribunali si sa quanto sono efficienti. Pertanto vale la pena fare il furbo, non rischiando quasi niente. Perché da noi ci sono tante regole, ma non si rispettano e gente si adatta.
Ma come accennavo precedentemente, si tratta di una tassa. Dunque, coloro che non pagano sono evasori fiscali a pieno titolo. E non bisogna fare niente per scoprirli perché i loro nomi sono nel computer. Loro ricevono la bolletta e la buttano via. Così rimangono nell’elenco di quelli che non hanno pagato. Tutti i governi sempre fanno grandi discorsi e annunci per quanto riguarda la lotta all’evasione fiscale, ma il canone RAI è una prova perfetta dell’ambiguità dei nostri politici. Diranno che ci sono delle difficoltà tecniche per fare delle verifiche su chi possiede un mezzo con il quale può godere dei servizi della televisione pubblica. Ma loro sono al governo ed hanno tutti gli strumenti necessari per recuperare gli importi non versati. Si parla di 400 milioni di euro soltanto per l’anno passato.
Basta fare un decreto dove si decide di inviare di nuovo le bollette non pagate aumentate per la dovuta multa. Chi non paga avrà una multa molto superiore. Passato il termine previsto per la regolarizzazione, ci sono nuovi giudici (gli possono assumere anche come interinali e pagarli con i soldi recuperati) che in automatico danno la via libera per i controlli. Quando inizia la pioggia di multe salate, forse la popolazione furba se ne accorge e capisce che i tempi sono cambiati. Pertanto si avrebbe un doppio vantaggio: recuperare i soldi e fare la cassa e far capire alla gente che occorre rispettare le leggi, mandando un chiaro messaggio che chi non si adatta andrà perseguitato.
Semplicissimo, super utile e producente. Ma perché nessun l’ha mai fatto? In questo modo perderebbero tanti elettori, perché gli evasori sono trasversali, di destra, di sinistra e di centro. È la semplice e credibile ragione perché da noi esiste così tanta evasione e perché non si perseguita. Almeno quelli di adesso hanno trovato un modo per evitare questa trappola politica: avere le mani legate per essere rieletti.