Perché non è rimasto niente altro

Monthly Archives: July 2020

Un concerto mattutino

Suona la sveglia. Blocco l’allarme e guardo l’ora: sono le 5 e 45, di mattina. Il mio meccanismo cerebrale si sta lentamente avviando. Il mio primo pensiero cosciente è: oggi è domenica. Ma per quale motivo devo alzarmi così presto? Sento mia moglie che si alza dal letto è mi dice: dai alzati, facciamo tardi al concerto. Cavolo, adesso mi ricordo. Dobbiamo andare a vedere un concerto che inizia alle 6 e 30. Ieri, mia moglie si annoiava e sfogliava le pagine di quella famosa rete sociale dove stanno tutti. Ad un certo punto mi dice che domani c’è un concerto che inizia all’alba, nel Parco Nord di Milano, a una decina di minuti in macchina da noi. Vogliamo andare – mi chiede? Io cerco di essere un buon marito; le voglio ancora tanto bene dopo tutti questi anni passati insieme. Lei è molto più dinamica rispetto a me. Vuole andare dappertutto, specialmente a visitare vari eventi culturali. Uno dei motivi della sua dinamicità è anche il fatto che non lavora e che ha tanto tempo libero. Non è sempre facile trascorrere il tempo libero in modo piacevole, perciò bisogna anche impegnarsi per organizzarlo. Devo ammettere che lei è una brava organizzatrice.

Dall’altra parte sono io. Io lavoro e spesso, specialmente durante il fine settimana, non ho voglia di fare niente. In teoria, il motivo è che sono stanco e vorrei riposare. Se voglio essere più sincero con me stesso, sono un po’ pigro. Questo riposo spesso finisce per stare sdraiato sul divano e guardare la TV e alla fine scopro che durante questo tempo non mi sono riposato gran che e che in effetti mi sono annoiato. Pertanto ho imparato, dall’esperienza passata, che è meglio aggregarsi a mia moglie: faccio piacere a lei, e si scopre che mi diverto di più anche io. Ecco, questo dovrebbe essere la spiegazione perché uno come me una domenica si alza all’alba.

Mi vesto e trovo sul tavolo una tazza di caffè. Mentre la bevo osservo l’uscita del sole: un gigantesco disco rosso appena sopra l’orizzonte. Un’immagine che non vedo spesso e che è bellissima. Per me è molto più bella rispetto a quella del tramonto: il sole sorge e una nuova giornata inizia. Prendiamo la macchina e ci dirigiamo verso la nostra meta. Non conosco la strada e ci serviamo del navigatore nel suo cellulare. Qui c’è qualche problema. Ci fa girare attorno ad un’area. Ci avviciniamo alla meta, dopo ci allontaniamo, ma non ci si arriva mai. Dopo due giri a vuoto, mia moglie prende il commando (comunque, guido io). Ci fermiamo davanti ad un cartello che indica l’entrata nel parco e partiamo a piedi. Il navigatore dice che dobbiamo fare un’altra strada e che ci rimangono ancora 11 minuti per arrivare, ma lei non segue le indicazione ed arriviamo in 2 minuti nell’are dove il concerto ha già avuto l’inizio. Siamo in ritardo di circa 10 minuti. Lei mi rimprovera che io sono colpevole per questo (mi sono fermato in bagno un po’ di più, ma ne avevo bisogno – non fattemi entrare nei dettagli. La conosco e silenziosamente accetto la colpa.

Ci siamo! La scena è molto bella. Nel parco c’è un laghetto artificiale, lungo approssimativamente 200 m e largo 30. Sul lato corto c’è uno spazio sistemato, una specie di piazzola con un bar. Nonostante l’ora e ancora presente l’emergenza virus, si sono radunate qualche centinaia di persone. In prevalenza di una certa età, ma non mancano nemmeno i giovani. Davanti a tutti, un tappeto rosso occupato da due violoncellisti. Una ragazza italiana ed un ragazzo giapponese. Informandosi su Internet, si scopre che lui vive e studia la musica in Italia da quando aveva 10 anni. Adesso ne avrò circa 30. Ci sono poche sedie, ben distanziate tra loro, e già tutte occupate. La maggior parte degli spettatori sta in piedi. Occupiamo una posizione sopra il bar, su una collinetta, con la vista dall’alto. I primi raggi di sole creano un’atmosfera magica.

Concerto mattutino sulla riva di un laghetto a Milano

All’inizio la mia attenzione è rivolta più all’ambiente che mi circonda che alla musica che si propaga dagli strumenti. Col passare del tempo, le due cose, l’ambiente e la musica, cominciano a fondersi, a creare qualcosa di molto piacevole, coinvolgente e nello stesso tempo anche rilassante.

Dopo mezzo ora, mia moglie ha un’altra idea. Scendiamo giù e al bar prendiamo due cappucci e due brioche. Riusciamo a trovare una panca libera e ci accomodiamo. Alla parte spirituale dell’evento si è aggiunta anche quella gastronomica: le brioche sono davvero ottime. Una domenica mattina trascorsa bene. Molto meglio che stare seduto davanti allo schermo del computer e seguire l’andamento delle valute sul Forex. Grazie amore!